E’ tempo di pagare il nuovo canone televisivo (vera e propria tassa), in tempi di crisi elevato a 112 euro. Conosco una nonnetta che prende 450 euro di pensione al mese. Volendo essere larghi, per 13 mesi fa la notevole cifra di 5850 euro. Il canone incide sul reddito della nonnetta in ragione dell’1,9 per cento. Si potrebbe obiettare che la nonnetta, avendo superato i 75 anni di età, ha diritto all’esenzione che riguarda chi vive da solo e ha un reddito non superiore a 516,46 euro al mese (la precisione è un vanto della Rai). Il fatto è che la nonnetta è vedova e ha una pensione di reversibilità del marito, che la porta alla favolosa somma di 680 euro el mese, pari a 8.840 euro annui. Essendo così ricca, non ha diritto all’esenzione. I sacrifici sono sacrifici. Anche stando al nuovo favoloso reddito, la tassa Rai incide in ragione dell’1,66 per cento. Non è necessario essere bocconiani a banchieri per usare la calcolatrice. E non ci vuole molto per capire che è ora di togliere una tassa inutile e vendere la Rai, che dà a due calciatori un milione di euro a testa per ballare nella trasmissione collegata alla lotteria di Capodanno, quella che fa sognare i poveri. Solo sognare.