NEGLI USA IN ATTO UN CONFRONTO MAI VISTO CHE HA IL VALORE DI UNA SECESSIONE

Di Silvano Danesi

Ben 17 Stati degli Stati Uniti d’America si sono uniti al Texas nella causa intentata alla Suprema Corte per contestare le procedure elettorali di Pennsylvania, Michigan, Georgia e Wisconsin, dopo che nei quattro Stati sono state cambiate le leggi elettorali senza seguire quanto è previsto costituzionalmente. Al di là di chi sarà il presidente degli Stati Uniti nel 2021, il fatto è di una portata epocale. E’ la prima volta che uno schieramento così vasto di Stati si rivolge alla Suprema Corte per contestare altri Stati. Siamo in presenza di un confronto senza precedenti, che va ben oltre le persone di Trump e di Biden e che vede scontrarsi due blocchi che vanno assumendo contorni ben precisi, sia dal punto politico, sia dal punto di vista sociologico, sia dal punto di vista delle proiezioni in politica internazionale.

Il confronto in atto negli Usa non è destinato a spegnersi con la nomina di Biden o di Trump, ma continuerà per molto tempo, in quanto si intreccia non solo con la sopravvivenza degli Usa come potenza geopolitica mondiale, ma anche con la loro sopravvivenza come potenza economica e tecnologica.

Lo schieramento che si è determinato fa capire chiaramente che è in atto una sorta di “secessione” di un terzo degli stati nei confronti della politica dei Democratici e delle grandi città del Nord America, dove vivono le élite. Lo schieramento fa capire che anche la dipendenza da Wall Street del gruppo di potere Dem è messo in discussione. La recente indiscrezione che il Dipartimento della Difesa non appoggerà più militarmente le operazioni Cia, se confermato, fa capire che è in atto anche un duro confronto all’interno del deep state. Sui giornali italiani, nulla di tutto questo. Si occupano dell’albero di Natale preparato dalla moglie di Trump alla Casa Bianca, ovviamente deplorando il fatto, secondo la regola inventata da Hillary Clinton che chi non condivide il pensiero unico delle élite Dem è “deplorable”. In buona sostanza se non sei Dem (la traduzione in politichese italiano è facile) o sei scemo, o sei bru bru o sei impresentabile (sempre che tu non sia direttamente razzista, fascista, nazista, sessista, omofobo, ilslamofobo, negazionista e, se non basta, Ista). In ogni caso deplorevole. Gli imitatori italiani non mancano, ma sono papagallescamente ridicoli. Alle porte dell’Italia, Israele e il Marocco cambiano, con il loro accordo, la geopolitica dell’Africa che si affaccia sul Mediterraneo e, soprattutto, il controllo dei flussi di traffico transoceanici, che passano prima dal Canale di Sicilia e poi dallo Stretto di Gibilterra. Il riconoscimento di Trump della sovranità marocchina sul Sahara Occidentale ha un valore strategico ed economico, data la ricchezza di risorse minerarie dell’area. Cambia il mondo, ma i giornali italiani fanno gossip. Triste declino. Riguardo al Governo meglio lasciar perdere, altrimenti ci viene l’ulcera.

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