Il consenso nel congelatore

Un articolo di Salvatore Merlo (Il Foglio) dal titolo: “L’affaire Casaleggio”, presenta una regia informatica del Movimento 5 Stelle onnicontrollante e in grado di indirizzare le risposte della rete in ragione dei suoi obbiettivi. In buona sostanza, la democrazia telematica è una democrazia finta che consente di far eleggere nelle istituzioni della Repubblica persone il cui consenso elettorale è manipolato e la cui libertà d’azione è limitata.

La notizia interessante contenuta nell’articolo è che l’azienda di Casaleggio ha avuto dal 2006 al 2009 come cliente da core business l’Idv di Di Pietro e che, solo dopo la rottura con l’Idv, Casaleggio avrebbe deciso di mettersi in proprio con l’esperimento 5 Stelle.

Merlo scrive dei rapporti di Casaleggio con Di Pietro e attribuisce a Massimo Donadi, che dell’Idv fu capogruppo alla Camera, la seguente frase: “A me risulta che il rapporto con Di Pietro si interrompe quando Casaleggio suggerì in modo perentorio, perché secondo lui altra via non c’era, che l’Idv rompesse con il centrosinistra e diventasse una forza antisistema”.

Salvatore Merlo descrive, tuttavia, attraverso molte testimonianze, lo staff di Casaleggio come una sorta di Grande Fratello e riprende l’argomento su Il Foglio di sabato 5 marzo in un articolo dal titolo emblematico: “Un’email scovata dal Foglio dimostra come funziona il controllo della Casaleggio Associati sulle vite (e i server) degli altri”.

Sempre Salvatore Merlo, nel lungo articolo su Il Foglio del 21 febbraio 2016 dal titolo: “L’affaire Casaleggio” traccia un quadro del personaggio e del suo modo di operare e ad un certo punto, a proposito del “pissi pissi malizioso” che lo riguarda, scrive che attraverso “leggende senza fondamento (persino l’indimostrato e risibile legame con le massonerie, i fantasiosi collegamenti con i servizi segreti americani e addirittura con non meglio precisati e grotteschi centri di potere finanziario anglo-olandese) gli riconoscono straordinarie conoscenze e pure profetiche qualità professionali”.

Eppure, a quanto si legge, alcuni rapporti non sono del tutto fantasiosi.

Panorama, nell’edizione del 28 marzo 2013 scriveva: “Particolarmente interessanti sono i rapporti di Casaleggio con Giuliano Di Bernardo, già Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia e fondatore della Gran Loggia Regolare, massima autorità sulla e nella massoneria italiana. Con Panorama Di Bernardo sottolinea il comune sentire che lo lega a Casaleggio: «La sua visione e la mia sono molto simili» dice Di Bernardo. «Entrambi riteniamo che nel futuro dell’umanità scompariranno le differenziazioni ideologiche, religiose e politiche. Per me a governare sarà una comunione di illuminati, presieduta dal “tiranno illuminato”, per Casaleggio a condurre l’umanità sarà la rete». «Non mi risulta che Casaleggio sia massone» aggiunge Di Bernardo. Che conclude: «Grillo si rivolge alle masse; Casaleggio, invece, con il suo messaggio parla a un’élite. Io non votavo da 15 anni, ma sono tornato a farlo e ho dato la mia preferenza al Movimento 5 stelle. E molte delle persone che conosco e che condividono la mia visione del mondo hanno fatto lo stesso. L’importante è che Casaleggio non si faccia corrompere, che non accetti il compromesso con le altre forze politiche. Il rinnovamento deve essere radicale».”.

Giuliano Di Bernardo che, nel suo percorso successivo alla Gran Loggia Regolare, ha fondato l’Accademia degli Illuminati e Dignity e che ha sempre mostrato di avere ottimi rapporti con gli inglesi (Il vice presidente di Dignity è il Marchese di Northampton), in una lunga intervista a Giacomo Amadori su Libero (22 febbraio 2016), alla domanda: “Il fondatore del Movimento 5 Stelle Gian Roberto Casaleggio si dice sia molto interessato alle questioni iniziatiche e che abbia incontrato per parlarne un suo stretto collaboratore”, risponde: “Si, lui vede la Rete in maniera esotericaSolo il M5S per le sue dichiarazioni programmatiche potrebbe far saltare questo sistema politico e portarci verso un nuovo ordine sociale. Ma per riuscirci dovrebbe continuare a non accordarsi con nessun partito politico”. Nuova domanda: “Nel suo libro [Filosofia della Massoneria e della tradizione iniziatica, ndr] lei ci fa sapere che non crede più nella democrazia, ma sogna una tirannia illuminata. Ritiene che Beppe Grillo e Casaleggio la pensino come lei?”. Risposta: “Il modo di intendere la Rete di Casaleggio va nella mia stessa direzione. La differenza è che lui crede che un’intelligenza artificiale forte acquisirà una coscienza e governerà il mondo, io no. Per me la rete sarà sempre controllata dagli uomini”.

Il quadro d’insieme, se corrispondesse al vero, sarebbe preoccupante, in quanto sarebbe in atto un progetto di trasformazione della democrazia in una sorta di Grande Fratello orwelliano, per di più disincarnato, che manipola il consenso ed eterodirige le scelte degli organismi istituzionali, i quali, a questo punto, sarebbero del tutto esautorati di ogni potere reale.

Per ora quel che si capisce è che ad essere strettamente controllati sono i parlamentari e i vari eletti del Movimento 5 Stelle e che la strategia del Movimento è quella di non assumere posizioni di governo, ma di congelare i voti in una sorta di limbo protestatario.

Va da sé che in un Paese dove il 25 per cento degli aventi diritto non vota (astensioni), con un 25 per cento dei voti congelati, si restringe notevolmente l’area di chi governa, consentendo, così come è avvenuto, a minoranze di essere maggioranze, anche grazie ad un trasformismo mostruoso degli eletti.

Anche l’Idv, per un certo periodo, ha svolto la funzione di congelatore dei voti della protesta e non è un caso che quando ha smesso di farlo, secondo le testimonianze fornite da Merlo, Casaleggio abbia deciso di mettersi in proprio.

La strategia dei voti in congelatore, qualunque siano le intenzioni di chi dirige il Movimento 5 Stelle, di fatto ha consentito quel colpo di stato strisciante, ancora in atto, che sta producendo guasti per il Paese e che risponde a logiche esterne agli interessi dell’Italia.

Non è un caso che dopo l’allarme di Draghi su manovre tese a mantenere la depressione, ora si faccia avanti Lord Mervyn King, ex governatore della banca centrale britannica, il quale ha detto, papale papale: “La depressione in cui vi affondano è una scelta deliberata dell’Unione Europea”. E chi vuole l’Europa depressa e in deflazione? La Germania, che continua imperterrita a mantenere il suo saldo commerciale superiore al 6 per cento violando le norme comunitarie, mentre chiede ai partner europei rigore e rispetto delle regole. Non è estranea l’America, che non ha mai voluto un’Europa unita e che con Obama ha raggiunto il massimo della distanza dal vecchio continente.

I voti in frigorifero a chi servono?

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Una Legione Straniera per l’Italia

La Libia sta diventando ogni giorno di più un teatro di guerra per l’Italia, dopo che disastrosamente il nostro Paese, dimostrando irresponsabilità senza limiti e scuse, ha collaborato con inglesi, francesi e americani a uccidere Gheddafi e a gettare nel caos un paese che era sotto controllo.

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Ora stiamo per andare in guerra, anche se, come al solito, fingiamo che non sia vero. Il tartufismo buonista autoassolvente inventerà qualche nuova definizione. La realtà è che manderemo un esercito di italiani (dei 3000-7000 mila militari previsti saranno per due terzi italiani, quindi dai 2 mila ai 4.500 uomini).

A questi dobbiamo aggiungere quelli che già stanno in altre aree di guerra mediorientali.

Considerato che i prossimi mesi, probabilmente i prossimi anni, saranno anni di impegno militare in scenari di guerra e considerato che ci sono migliaia di giovanotti di varia estrazione e nazionalità che troppo spesso vediamo impegnati a menar le mani, vogliosi di dimostrare la loro capacità guerresca, perché non formare una Legione Straniera italiana, ossia un contingente di professionisti da inviare sui fronti più caldi?

Bancomat, la nuova gleba.

Da servi della gleba, nel feudalesimo agrario, a servi del bancomat nel feudalesimo finanziario.

bancomatAccade così che il terzo millennio è nella sostanza simile, anche se in forma diversa, al primo millennio: sudditi e servi eravamo e sudditi e servi rimaniamo.

La normativa fiscale ci obbliga ad avere un conto corrente, un bancomat e una carta di credito, dal momento che i movimenti in denaro devono essere rintracciabili. Non solo. Alcuni pagamenti relativi alle tasse devono essere fatti solo per via elettronica, in base ad una follia informatica onnipervasiva, quanto inefficiente. Infatti, quando c’è un errore, il servo della gleba deve rivolgersi umilmente a chi lo ha commesso, con procedure da incubo e a volte lascia perdere, subendo un sopruso e pagando una tassa non dovuta.

Essendo i tassi ormai a zero, tenere un conto in banca costa parecchio, a tutto vantaggio del sistema bancario, il quale sulle spalle dei servi del bancomat, sta asciugando le sue ferite, dovute a conduzioni scellerate. (Banca Etruria docet).

Quando i tassi saranno negativi pagheremo le banche per tenerci i nostri soldi sui quali abbiamo pagato le tasse, che in Italia sono intorno al 50 per cento.

Con l’introduzione dell’Euro ci hanno dimezzato stipendi e pensioni e il valore della casa, che nonna e mamma ci avevano insegnato a comprare (pagando tasse e mutui) perché bisognava essere parsimoniosi e pensare alla vecchiaia. Se poi hai risparmiato e hai una casa in più sei un facoltoso schifoso capitalista da bastonare e da grassare.

Se hai in corso un mutuo, ora la banca, dopo sette volte che non paghi più, può requisirti la casa. Questa l’idea di un mondo politico vassallo del sistema bancario che ama definirsi di sinistra ed è solo sinistro.

Lo sheriffo di Sherwood è all’opera al servizio del feudalesimo finanziario.

Se hai la corrente elettrica devi pagare il canone di una tv di stato portavoce di una dittatura strisciante garantita dal voltagabbanismo istituzionale, in base al quale tu, servo del bancomat, se hai votato un tizio perché pensavi che fosse verde te lo ritrovi rosso e se hai votato uno pensando che fosse blu te lo ritrovi giallo.

Vassalli, valvassini e valvassori si coprono l’un l’altro e tu schiavo, servo del bancomat, devi stare zitto e andare ad applaudire alle trombonate quotidiane che escono dai palazzi del potere. Nel frattempo gli appartenenti alla casta rubano a mani basse.

Ora, in base ad una scelta ideologica e propagandistica, dal sapore sinistro, il braccio armato del Fisco può andare ad aprire le cassette di sicurezza nei caveau delle banche. Un modo per rompere le scatole a chi ha messo da parte la spilla della nonna, perché, come è noto, chi i soldi li ha davvero, li spedisce alle Cajman, in barba agli ideologi dello scasso. In buona sostanza, anche l’apertura delle cassette di sicurezza è un modo per bastonare i servi del bancomat, i quali, ovviamente, le chiuderanno di corsa, sostituendole con il materasso.

Caro servo, sei passato dalla zappa al bancomat, ma sei sempre servo. A proposito, gli amici di Robin Hood sono andati in ferie o sono passati armi e bagagli dalla parte dello sheriffo. I sindacati, trasformati in succursali dello Stato, sono ormai sportelli pluriservizio, per pratiche di ogni genere. Confindustria ha tra i suoi maggiori soci le aziende pubbliche e pertanto chiunque la presieda dovrà dire quel che pensa la casta.

Quindi, caro servo del bancomat, sono solo cavoli tuoi. Manca solo che ti dicano che puzzi ed è fatta.

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