“I numeri grandi e senza controllo degli sbarchi mettono a rischio la tenuta democratica del Paese”. Parola di Marco Minniti, Ministro dell’Interno.
Non è un’affermazione da poco, in quanto prende finalmente atto di una realtà che cova sotto la cenere e che potrebbe diventare esplosiva.
Quanto è accaduto a Macerata è un segnale preoccupante di quanto cova sotto traccia, ma che potrebbe diventare davvero una bomba, se la follia di una sinistra che ha portato la testa all’ammasso delle sorosiane teorie mondialiste, ovviamente dirette dalla finanza, porterà la situazione dell’immigrazione al punto di rottura.
Anziché guardare in faccia la realtà, la sinistra tira in ballo l’antifascismo, come se la questione fosse quella di un fascismo risorgente che non c’è, se non nelle intenzioni di frange minoritarie che fanno alla pari con quelle dell’estrema sinistra.
Accade così che, mentre le persone responsabili cercano di smorzare la caldaia bollente, gli scherani degli opposti estremismi si combattono in manifestazioni che coinvolgono poche centinaia di persone, sempre le stesse, e che finiscono inevitabilmente in scontri violenti.
Perché tanta insistenza della sinistra sulla questione degli immigrati? Una questione ideale? Chi ci crede è un povero ingenuo. Dietro l’angolo ci sono gli interessi di un mondo dell’accoglienza che in questi anni ha fatto i miliardi sulla pelle dei disperati. E questo è un dato chiaro, basta guardare le numerose indagini in corso. Ma questo non basta.
Dietro l’angolo c’è la strategia di Soros e della Open Society Foundation, con la teoria del finanziare americano che vuole un mondo in cui cancellare le frontiere, per evitare che ci siano barriere allo spostamento di merci e di persone. Una teoria che si ammanta di buonismo e di egualitarismo, ma che nasconde una tracotante volontà di dirigere il mondo dalla plancia di comando della finanza, con il mercato che non ha più ostacoli e con una massa amorfa di esseri umani grigi e indifferenziati, tutti ottimi consumatori e schiavi della produzione e del mercato.
E’ semplicemente assurdo che la sinistra abbia perso la testa per le teoria di George Soros? No, non è assurdo, perché la Open Society Foundation paga, finanzia, orienta.
Soros ha speso 450 milioni di euro per una campagna che tende a ricondurre la Gran Bretagna in Europa, alla faccia di un referendum che ha visto il popolo inglese esprimere un’idea contraria. In Israele, che si appresta a rimpatriare, con dote di soldi e garanzie, oltre 400 mila clandestini, Soros è stato accusato da Netanyahu di finanziare i dissidenti. In Russia, Putin, che ha le idee chiare, nel 2015 ha messo al bando la Open Society.
George Soros ha finanziato la campagna elettorale di Hillary Clinton in ragione di 10,5 milioni di dollari e la sinistra italiana ha da tempo imparato a baciare la pantofola del clan Clinton.
Il buonismo della sinistra italiana non ha nulla a che fare con l’etica, ma con una strategia mondiale, della quale è parte anche Papa Francesco, che non a caso, nel frattempo, perde continuamente quote di credenti in un’Europa sempre più laicizzata e islamizzata.
Se la strategia della sinistra continuerà a portare in Italia masse sempre crescenti di immigrati, la caldaia sociale potrebbe esplodere. E allora il tema non sarà il fascismo e l’antifascismo, ma la guerra civile, che sarà una guerra dei poveri, perché i ricchi e, con loro, molti leader della sinistra vestita di cachemire, vivono dove gli immigrati non ci sono o, se ci sono, servono a tavola in divisa, come nelle vecchia fattorie dell’America del Sette e Ottocento, che in fatto di immigrati la sa lunga. Il know how delle navi negriere si è trasformato in quello dei moderni mercanti, che guidano gli sbarchi. Ma la sinistra finge di non capire e grida al fascismo degli italiani.
Silvano Danesi