Quando un leader, un comandante in capo, preoccupato del suo cocodrillesco maquillage, scarica le sue responsabilità sui collaboratori e sugli alleati, perde la dignità e diviene ridicolo agli occhi dei contemporanei e della storia.
Nel terzo millennio è accaduto a Barak Hussein Obama, purtroppo per noi presidente degli Stati Uniti d’America, il quale, tuttavia, a sua discolpa, può vantare un illustre predecessore: Adamo.
Come narra il mito ebraico, Adamo nell’Eden mangiò la mela dell’albero della conoscenza del bene e del male e fu scacciato, per questo, dal giardino divino insieme a Eva, alla quale il primo esemplare maschile dell’umanità dolente diede la colpa, dimostrando di non avere autonomia di giudizio e di essere un minus habens, con una discreta propensione alla vigliaccheria.
Barak Hussein Adamo Obama, dopo aver determinato l’eliminazione di Gheddafi, con la conseguenza di mettere la Libia nel caos, rendendo incerta e soggetta al terrorismo tutta l’area (non è mancata la colpevole connivenza degli italiani, a cominciare dal Comandante in capo) ora, preoccupato del suo maquillage storico, piange lacrime da coccodrillo e scarica la colpa sugli alleati. “Quando mi guardo indietro – afferma in un’intervista a The Atlantic – e mi chiedo che cosa sia stato fatto di sbagliato mi posso criticare perché ho avuto troppa fiducia nel fatto che gli europei, data la vicinanza con la Libia, si sarebbero poi impegnati di più nella gestione delle conseguenze, il follow up”.
Gli europei sono per Adamo Obama degli opportunisti e dei free riders, gente che viaggia gratis. Buon risveglio presi-niente. Dove stava Obama con la testa quando il suo ex segretario di Stato, Hillary Clinton voleva fortemente la fine di Gheddafi e ascoltava preoccupata i rapporti confidenziali nei quali si diceva che Berlusconi, quello tra i leader europei ritenuto più vicino al rais, riteneva che il leader libico potesse vincere.
Il fatto è che nelle fasi che precedettero gli attacchi aerei e il linciaggio a morte di Gheddafi Obama aveva ceduto al suo segretario di Stato, la Clinton, che tutti noi dobbiamo ringraziare per i disastri immani compiuti.
Ora, nell’intervista, a The Atlantic, Barak Hussein Adamo Obama ha definito un errore l’intervento militare in Libia che permise di rovesciare il regime di Gheddafi, a tutto vantaggio delle mire inglesi e francesi e a tutto danno delle anime belle italiane, a proposito delle quali va detto che, oltre ad essere buoniste e amanti di tutti coloro che rovesciano i cattivi dittatori, dovrebbero informarsi sulle conseguenze del loro stupido buonismo. La conseguenza è che a un dittatore se ne sono sostituiti decine, ferocemente armati e determinati.